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18/06/2021
Utilizzare l’elettricità in maniera consapevole contribuisce a tutelare l’ambiente e permette di risparmiare. Ridurre il consumo energetico corrisponde infatti ad alleggerire le bollette della luce. Questa è una scelta che si fa già al momento dell’acquisto degli elettrodomestici, facendo attenzione alle classi energetiche, da cui dipende inevitabilmente il consumo energetico. Scegliere elettrodomestici a basso consumo equivale a fare un investimento green sul futuro.
La classe energetica degli elettrodomestici, nota anche come classe di efficienza energetica o classe di consumo energetico, è la suddivisione della scala di consumi degli apparecchi secondo norme sancite dall’Unione Europea. Nel 1992 l’UE stabilì un’etichettatura per indicare l’efficienza energetica degli elettrodomestici e facilitarne il confronto. Pur avendo la stessa funzione, infatti, non tutti gli elettrodomestici consumano allo stesso modo. Soltanto nel 1994 la direttiva specifica è entrata in vigore, mentre nel 1998 fu introdotto l’obbligo di apporre l’etichetta su ogni apparecchio. Attraverso le classi energetiche vengono espressi i consumi annuali in kW. Si va dalla lettera A+++ (consumi minimi) fino alla lettera G (consumi massimi). Sulle etichette è previsto anche un sistema di colori che va dal verde scuro, per gli apparecchi di massima efficienza (classe energetica A), fino al rosso per quelli che consumano maggiormente (G).
La classe energetica A+++ ha una genesi recente. La sua introduzione risale a fine 2010, anno in cui venne introdotta anche l’etichetta energetica per i televisori. L’etichetta energetica degli elettrodomestici è lo strumento che permette di determinare con semplicità la loro efficienza energetica, indicando la classe energetica di appartenenza. Obbligatoria per legge su tutti gli apparecchi venduti nell’Unione Europea, deve essere rigorosamente esposta in modo leggibile e visibile su ogni apparecchio in vendita, anche attraverso l’e-commerce. Soltanto così, infatti, si permette agli acquirenti di operare una scelta consapevole, orientata ai prodotti che consumano meno energia e garantiscono un risparmio economico oltre ad avere un minor impatto ambientale.
L’etichetta energetica si appone sulla parte anteriore del prodotto e assume la forma di un diagramma colorato. Al suo interno sono contenute informazioni sulla capacità di consumo dell’elettrodomestico.
Prevista inizialmente per frigoriferi e congelatori, l’etichetta energetica è stata progressivamente apposta su buona parte dei maggiori apparecchi domestici. A seguire è stata infatti applicata su lavatrici, lavastoviglie, lampade, condizionatori e frigoriferi. Obbligatoria in tutti i paesi facenti parte dell’Unione Europea, oggi l’etichettatura energetica è presente su:
Le attuali etichette energetiche stanno per andare in pensione e potrebbero essere presto sostituite da un nuovo sistema. La Commissione Europea ha previsto nuove regole che riguarderanno cinque gruppi di prodotti: lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, lampade e display elettronici (inclusa la tv), in particolare dal 2021 l’unica scala valida sarà quella dalla A (massima efficienza) alla G (bassa efficienza) . Il nuovo sistema prevederà l’abolizione della scala convenzionale di valori e delle sottoclassi, per fare ricorso alla classificazione di più semplice comprensione.
Allo stato attuale, però, saper leggere le etichette energetiche degli elettrodomestici significa prendere confidenza con la vecchia scala, ossia quella che va dalla lettera A alla G, dal colore verde al rosso. Come se si trattasse di un vero e proprio semaforo stradale, che va dalla massima efficienza (verde) al minimo livello di prestazioni energetiche (rosso). Occorre ricordare che le etichette energetiche attualmente in commercio contemplano dalla classe energetica A fino alla D, mentre sono state scartate E, F e G.
Giunti a questo punto si può spiegare come leggere l’etichetta energetica suddividendola in sezioni:
Come abbiamo avuto modo di vedere, ogni etichetta energetica si differenzia dall’altra. Passiamo allora al vaglio quelle degli elettrodomestici più diffusi e vediamo come sono composte:
Giunti a questo punto il corollario sembra quasi scontato: per tagliare i costi della bolletta, operare un consumo razionale dell’energia elettrica e rispettare l’ambiente, bisogna scegliere elettrodomestici di classe energetica efficiente.
Ad esempio il consumo del frigorifero, un apparecchio che resta in funzione per 24 ore al giorno e tutto l’anno, impatta molto più di quello di un caricabatteria.
Analogamente i consumi delle lavatrici, indipendentemente dal numero di componenti del nucleo familiare e dalle loro abitudini di consumo, rivestono un peso notevole sul totale della bolletta. Per questi motivi, quando si decide di acquistare un elettrodomestico nuovo, la classe energetica può rivelarsi un parametro molto più interessante rispetto al prezzo e alle caratteristiche tecniche. Guardare alle finanze (la spesa iniziale si ammortizza riducendo i consumi annui, attraverso bollette più soft) e al futuro del pianeta in cui viviamo (riduzione del fabbisogno energetico e di emissioni di CO2) vuol dire scegliere un apparecchio dai consumi energetici efficienti. Le etichette energetiche si possono così suddividere ulteriormente in tre micro-categorie.
Chi sceglie di affidarsi ad elettrodomestici di classe energetica altamente efficiente ha diritto di usufruire degli incentivi statali. L’Agenzia delle Entrate informa annualmente sulla possibilità di ottenere la detrazione fiscale. Si può beneficiare dell’Ecobonus solo in caso di ristrutturazione di un immobile con conseguente suo arredo. La detrazione fiscale è pari al 50% dei costi di acquisto di grandi elettrodomestici di classe A+ o superiore, oppure di forni di classe A o superiore. Gli elettrodomestici in questione risultano essere:
Non sono invece inclusi apparecchi pur dotati di etichetta come televisori e lava-asciuga, mentre rientrano nel bonus elettrodomestici non dotati di etichetta energetica quali forni a microonde, radiatori e stufe.
A questo punto non resta che rispondere alla fatidica domanda: quanto permette di risparmiare una classe energetica più efficiente? Il risparmio derivante dal minor consumo ripaga quello del prezzo più elevato dell’elettrodomestico? I dati evidenziano che un frigorifero con un consumo pari a 150 kWh di classe A+++, consuma meno rispetto ad un frigorifero di classe D con un consumo superiore ai 290 kWh. Tradotto in cifre, il risparmio garantito rispetto al secondo sarà di 28 euro. Per fare il calcolo del consumo abbiamo considerato un prezzo della materia energia pari a 0,20€/kWh e moltiplicato per il valore relativo al consumo dell’elettrodomestico.